Introduzione storica

La più antica traccia d’insediamento stabile nell’area di Bolzano Bellunese si trova in località “Bus del Buson” nell’alta Valle dell’Ardo.

Si tratta di un villaggio fortificato dell’età del bronzo, che controllava l’accesso all’Ardo fino ai pascoli alti ed ai passaggi che conducevano verso Cajada, Zoldo e l’Agordino.
Nella zona compresa tra Tisoi, Bolzano e la valle dell’Ardo si riscontra un’interessante presenza simultanea di toponimi che denunciano ancora un primitivo substrato celtico a fianco di altri in cui è già visibile una completa romanizzazione per passare poi a coniazioni ibride romano – germaniche fino ad arrivare a toponimi unicamente germanici, come Tisoi. I nomi dei luoghi sono le tracce lasciate dalla successiva presenza di popolazioni celtiche romane e germaniche che si sono stabilite e sovrapposte nel territorio a nord di Belluno tra IV secolo avanti Cristo e VI secolo dopo Cristo.

Il documento più antico relativo all’area di Bolzano Bellunese è la famosa bolla di Papa Lucio III del 1185, che cita tra i possedimenti del vescovo di Belluno il “Castrum de Medone”, vale a dire l’antico castello che era posto all’innesto tra Val Medon e Valle dell’Ardo, sulla cima di una caratteristica piramide naturale che offriva una perfetta difesa. L’umanista Piero Valeriano (1477 – 1558) appartenente al ramo “dalle Fosse” del casato dei “da Bolzanio” facente parte fin dall’epoca medievale alla nobiltà feudale vescovile, ricorda ancora nelle “Antiquitates bellunenses” che la sua famiglia, un tempo, aveva posseduto tale castello, che verosimilmente chiudeva a settentrione una linea difensiva che comprendeva anche Bolzano e Tisoi, come, infatti, sembra indicare la comune origine delle tre famiglie nobili dei Tison/ da Tisoi, dei Bolzanino/ da Bolzano e dei Bolzanio / dalle
fosse.

Dopo l’entrata di Belluno nello stato veneziano all’inizio del Quattrocento, tutti i castelli territoriali furono abbattuti e così avvenne probabilmente anche a Bolzano.

Sul luogo e con alcuni elementi architettonici dell’antica struttura fu probabilmente edificata l’attuale chiesa parrocchiale, che nel portale laterale lascia ancora vedere uno degli antichi stemmi del casato da Bolzanio. Il castello di Medone, invece, era stato già abbattuto in precedenza verosimilmente durante il turbolento Trecento Bellunese, caratterizzato da continui avvicendamenti di potentati stranieri.
Durante i lunghi secoli del dominio veneto, le comunità rurali del territorio Bellunese poterono godere di un relativo autogoverno, espresso attraverso la “regola”, uno strumento giuridico d’origine longobarda, che confermava che il nucleo originario di Bolzano tra il VI e VII sec.

Usi Civici Bolzano Vezzano

Per controllare l’antica strada alta che arrivando dal Friuli per il Cansiglio e l’Alpago si portava a San Liberale, saliva a San Micel, quindi passando per Vaus scendeva all’Ardo che attraversava al Pont de la Mortis per continuare in costa da Bolzano a Tisoi e quindi raggiungere la valle del Cordevole dalla quale si poteva arrivare al ducato di Trento. Bolzano, con tutta l’area a nord di Belluno formava la “Sindacaria di Pedemonte” (il Bellunese era diviso in 7 pievi e 3 sindacarie). Secondo un documento redatto nel primo Quattrocento dal notaio Antonio da Tisoi (prot. I 1427 – 1440, f.184v) la regola di Bolzano si riuniva nel cimitero a fianco della chiesa del paese, come risulta da un’assemblea documentata il 19 giugno del 1431.

Carta di Regola

Scopri di più sulla “carta di Regola” del 1723 per Bolzano Bellunese, Gioz e Conzago. Ferruccio Vendramini racconta la storia del ritrovamento di questo storico documento e del contesto che ne ha portato la stesura.